Commento alla Parola domenicale
23 aprile
II domenica di Pasqua (domenica della Divina Misericordia)
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Segni, il Vangelo ci riporta alcuni dei segni compiuti da Gesù, questa è l’affermazione con la quale Giovanni conclude il brano che abbiamo appena ascoltato. Non sono dei segni fini a se stessi, ma hanno lo scopo di aiutare a credere proprio noi che non abbiamo una manifestazione tangibile del Maestro, noi che in fin dei conti possiamo proprio dire di rientrare nel numero di quelli che non hanno visto e hanno creduto, o almeno chiediamo ogni giorno al Signore di aiutarci sempre di più a credere, anche lì dove la nostra ragione non riesce ad arrivare o a comprendere.
Qual è, allora, il segno che quest’oggi Gesù ci consegna, non di certo o almeno, non solo, quello delle piaghe… infatti sono beati quelli che credono senza averle viste. Mi pare di scorgere che il segno autentico che Gesù pone è duplice. Anzitutto si tratta del segno di una gioia ritrovata. Infatti il brano inizia con una chiusura per timore, per paura, si apre alla gioia per l’incontro con il Risorto ed esplode nella beatitudine di coloro che credono pur senza averlo visto.
La gioia è proprio ciò che contraddistingue il cristiano, non la gioia della spensieratezza di chi vivendo con molta superficialità non è capace di dare valore alle cose o ai fatti e quindi vive con un perenne sorriso da ebete sulla faccia, ma la gioia di chi ha scoperto che la sua esistenza ha una direzione sicura, una meta che non è irraggiungibile ma si è fatta vicina a noi proprio perché Dio stesso si è fatto uno di noi, è morto ed è risorto per noi, aprendoci la via per la vita che non tramonta, per la vita piena e definitiva in lui. In questo quanta gioia ci possono offrire le piaghe, il riconoscere che il Risorto non ha cancellato i segni della passione, la croce non è stato un incidente di percorso ma è stata la via della nostra salvezza.
Il secondo segno che mi pare di scorgere è quello della formazione della comunità. Gesù appare nel giorno della Risurrezione ed 8 giorni dopo, potremmo dire che appare la domenica di Pasqua e la domenica successiva… cioè oggi. Ed appare alla comunità dei discepoli riuniti. È il Risorto che tiene insieme quella comunità così disastrata e sfaccettata, loro che erano tutti fuggiti tra il giovedì e il venerdì santo ecco che ora sono nuovamente radunati ed inviati dal Risorto ma con un aiuto in più: col dono dello Spirito Santo che riempie i loro cuori, che agisce e parla attraverso di loro.
È il Signore Risorto e lo Spirito Santo che ci radunano ogni domenica e ci costituiscono come comunità di discepoli, non solo per stare con lui, per ascoltare la sua Parola e nutrirci di Lui, ma per essere ogni volta inviati da lui, lì dove la nostra vita ci porta per essere lì dei testimoni di questa gioia e di questa comunità di fratelli nella quale il Signore ci ha costituiti. Chiediamo al Signore che questi segni si imprimano nella nostra vita e ci aiutino a credere, perché credendo possiamo avere, come promesso dall’Evangelista, la vita nel suo nome.