15 gennaio
II domenica del Tempo ordinario
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Siamo all’inizio del tempo ordinario e il Vangelo ci apre l’orizzonte proprio su Gesù, sull’Agnello di Dio, come lo preghiamo ad ogni Eucaristia… ci pone di fronte a lui per mezzo del precursore, di Giovanni che pur non conoscendolo, ma per ispirazione divina lo riconosce e lo indica a quanti sono intorno a lui.
È grandiosa l’indicazione che Giovanni vede Gesù venire verso di lui… Gesù gli si fa incontro, il Figlio di Dio non è lì fermo ad aspettare l’arrivo di Giovanni ma gli va incontro. Così possiamo dire è per la grazia di Dio che non solo è lì ad aspettarci ma ci precede, ci viene incontro perché noi ne possiamo fare l’esperienza nella nostra vita.
Ed è proprio così, se ci pensiamo bene, Gesù ci precede sempre con la sua grazia, non aspetta che siamo pronti, che siamo perfetti o che abbiamo in qualche modo capito tutto, lui ci viene incontro lì dove siamo e ci chiede potremmo dire di riconoscerlo nelle strade della nostra vita.
Ma non solo, Giovanni ha riconosciuto Gesù e se ne fa portavoce, lo annuncia espressamente, indicandolo presente. Lui che l’ha visto e riconosciuto aiuta anche altri a fare la stessa esperienza del Messia, dell’Agnello di Dio. Questo potremmo dire è il ruolo di Giovanni, non il mettersi in mostra, in primo piano… non è chiamato a fare la prima donna in uno spettacolino… ma a rimandare ad un altro. Quanta umiltà serve per riuscire a fare questo, eppure come cristiani saremo credibili sempre e solo se saremo capaci nella nostra vita, non a parole ma con i fatti di indicare la presenza del Cristo in mezzo a noi.
Questo potrebbe sembrare un compito specifico di noi sacerdoti, eppure non è così, ogni cristiano, ogni credente, ogni battezzato può, anzi, deve diventare annunciatore del Salvatore con la propria vita. Siamo chiamati a diventare comunità adulta capace di annunciare e testimoniare la gioia di aver incontrato il Signore per poter diventare capaci di mostrarlo anche ai più piccoli, ai giovani, a quanti sono più lontani, capaci di annunciare che Gesù è davvero l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Gesù è quell’agnello che non grida non fa valere la forza non schiaccia gli altri ma che si offre per la nostra salvezza… e anche Giovanni è chiamato anzitutto a riconoscerlo e poi ad annunciarlo proprio in questo modo, forse un modo inatteso ma come sempre è inattesa e fantasiosa l’azione di Dio nella storia.
Chiediamo a Dio la grazia di riconoscerlo nella nostra vita, anche là dove è più difficile e la grazia di diventare comunità viva, capace di testimoniare con gioia lo stupore di un incontro che ci ha cambiato la vita.