05 giugno
X domenica del Tempo Ordinario
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All’ingresso della città di Nain possiamo assistere a questo doppio corteo di folla: il primo quello di coloro che seguono Gesù, il Maestro e poi l’altro, quello funebre di tutti coloro che si stringevano attorno al dolore di quella madre, vedova, che si è vista strappare l’unico figlio dalla morte.
Quanto sono diversi questi due bagni di folla. Uno entra in città, l’altro esce verso il luogo della sepoltura. Uno fa festa, l’altro è pieno di mestizia e dolore per quel ragazzo morto troppo presto. Uno il corteo dell’autore della vita, l’altro il corteo della morte.
Luca sembra proprio volercele evidenziare queste due folle che si incontrano, si trovano faccia a faccia. E in questo incontro ecco emergere il cuore, l’affetto e la compassione di Gesù. Abbiamo appena celebrato l’altro ieri la solennità del Sacro cuore di Gesù, forse è passata un po’ in sordina non essendo giornata di festa civile e, quindi, di feria dal lavoro… e oggi eccoci di fronte a questo cuore traboccante di compassione per quella madre rimasta sola. È davvero bello scorgere che anche Gesù è carico di sentimenti e di sentimenti buoni per l’umanità, per ciascuno di noi. Quante volte diciamo Dio ci vuole bene, Gesù ci ha amati fino a morire per noi… ma riusciamo a soffermarci a dire Gesù, Dio mi vuole bene, il Signore mi ama, il Signore si prende cura di me, vedendo come nella mia storia la sua è una presenza di amore, di cura e di compassione?
Quanta tenerezza in questo avvicinarsi del Signore, anzitutto parla a quella madre: non piangere, si accosta a lei, al suo dolore, vi entra proprio dentro in quel dolore, non ci passa sopra ma lo fa suo, lo prende con sé, infatti poi si dirige verso il ragazzo, tocca la bara e parla a quel corpo esanime. La vita vince sulla morte, il signore della vita riporta all’esistenza quel ragazzo e lo restituisce alla madre.
Il Signore con la sua parola ci raggiunge ovunque siamo, anche quando ci sembra di essere talmente lontani da lui da essere come morti, lui c’è si fa accanto al nostro dolore, alle nostre fatiche, al nostro peccato e ci fa risollevare, ci ridona una possibilità.
E i due cortei possiamo dire che diventano uno solo perché la morte è stata vinta. Ora tutti glorificano Dio. Ecco la forza della fede: Dio ha visitato il suo popolo… è la forza della parola profetica, non un guaritore che richiama verso di sé i plausi per il bene, per il prodigio fatto, ma il segno stesso della vicinanza di Dio.
Il Signore ci aiuti a riconoscere nella nostra vita i segni della sua presenza di amore e di cura, rafforzi la nostra fede per avvertire che ancora oggi Dio visita il suo popolo che siamo noi.