28 maggio
Ascensione del Signore
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Siamo saliti insieme con gli undici discepoli sul monte, come loro ci siamo fidati di quella Parola, di quella richiesta che ci ha raggiunto di re-incontrarlo lì dove tutto era cominciato. È bello e fonte di consolazione e di gioia, cogliere che quegli undici, sì si sono fidati di quella parola, eppure Matteo sottolinea che dubitarono.
Ad un primo colpo d’occhio, questo potrebbe scandalizzarci: ma come, proprio loro che erano stati con lui per ben 3 anni dubitano? E allora noi?… invece credo che questa pennellata di umanità che l’evangelista ha messo ci aiuti proprio a riconoscere come l’andare dietro a Gesù non è questione di aver capito tutto, di avere già le idee chiare, ma implica soprattutto una relazione da instaurare con lui. I discepoli, pur dubitando si sono mossi da Gerusalemme e sono tornati in Galilea per quell’amore che ha scaldato i loro cuori nel corso di quei tre anni, un amore che non è venuto meno e non si è spento nemmeno quando il Maestro tanto amato è stato catturato, messo in croce ed ucciso. Certo tutti ricordiamo che la paura l’ha fatta da padrone nel cuore dei discepoli in quel momento e chi non l’avrebbe avuta… eppure il loro cuore ormai è segnato da questa presenza di amore che ti rende veramente uomo fino in fondo e vanno sul monte, portando con sé tutti i dubbi, tutto il loro bagaglio di umanità… così è per ciascuno di noi, andiamo da Gesù portando tutto noi stessi, tutto quanto alberga nei nostri cuori, nelle nostre vite… non possiamo lasciarlo fuori dalla porta, non sarebbe giusto perché noi siamo fatti di tutto ciò che viviamo ogni giorno e tutto questo siamo chiamati a portare davanti al Signore…
Chi aspetta di non avere più dubbi, di aver capito tutto… non accoglierà mai la proposta del Signore di incontrarlo… mi chiedo infatti se c’è almeno una persona presente qui, ora, che possa dire di non aver nessun dubbio, di aver capito tutto, di essere pronto al 100% all’incontro faccia a faccia con Dio… non credo, siamo qui con la voglia di incontrarlo, di essere suoi amici, suoi discepoli, cercando di comprendere di domenica in domenica qualcosa di più del volto del Padre che Gesù è venuto a rivelarci e a mostrarci.
Ed ecco allora il mandato che Gesù affida a questi 11 che dubitano: andate, fate discepoli, battezzate e insegnate… ma come… erano pieni di dubbi… eppure proprio grazie a quei dubbi la grazia di Dio ha potuto agire nelle loro vite, allora anche ciascuno di noi, in un certo modo è chiamato ad andare, sì ad uscire al termine della Messa per andare nel mondo e lì annunciare con la propria vita, fatta di tanti gesti buoni ma anche di peccato e fragilità, andare e testimoniare che l’amore di Dio ti riempie la vita di gioia perché Dio non ti lascia mai solo, ma è con noi fino alla fine del mondo.