04 settembre
XXIII domenica del Tempo Ordinario
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Quest’oggi Gesù ci sembra particolarmente esigente, per ben tre volte sottolinea la frase “non può essere mio discepolo”… sì, ci sta portando a riconoscere le condizioni per poterlo seguire, per far sì che il camminare dietro a lui sia autentico discepolato e non solo una scampagnata… e questo lo possiamo comprendere dall’incipit del brano, quando Luca ci sottolinea che una folla numerosa andava con Gesù… non basta, allora, andare dietro al Maestro per poter essere considerato discepolo, è necessario chiarirsi, purificare le proprie intenzioni, comprendere dov’è orientato lo sguardo del proprio cuore…
Sì la prima condizione è proprio questa, quella di riconoscere qual è la relazione costitutiva della nostra esistenza, qual è quell’incontro che sta sopra tutti gli altri e orienta tutti gli altri, anche quegli affetti più vicini chiedono di essere guidati e considerati alla luce dell’incontro vero col Maestro.
Non solo, andare dietro a Gesù non può essere il modo per metterci il cuore in pace, così sono tranquillo, ho qualcuno che mi protegge, magari mi fa anche un miracoletto lì dove mi fa più comodo… la sequela del Maestra passa dal fare ciò che ha fatto lui stesso, cioè prendere la croce, accettare anche la sofferenza o meglio il dono totale di sé, la croce per Gesù ha significato andare fino in fondo, non fermarsi ma perseguire la nostra salvezza a tutti i costi… al costo della sua stessa vita, così per noi… una sequela fatta di comodità, di ciò che mi aggrada, di cose che mi appagano in qualche modo, non possiamo considerarla autentico discepolato… utilizzo un esempio dall’esperienza della sagra di questi giorni: l’essere discepoli di Gesù non è come venire a cena alla sagra dove uno guarda il menu, sceglie le pietanze che preferisce e mangia, con Gesù devi prendere tutto, sia ciò che è dolce sia ciò che ha maggiormente il sapore della croce… non si può richiedere una fede self service
In questa direzione si può interpretare anche la prima delle parabole pronunciate da Gesù… a quell’uomo che vuol costruire viene chiesto di porre tutto il suo impegno, convinzione e tutto ciò che ha nella costruzione di quella torre e di non fare la banderuola che si ferma alla prima fatica o difficoltà… dobbiamo investire tutto per Gesù potremmo dire, orientare tutta la tua esistenza per il maestro, allora sì usciremo dall’essere semplicemente una folla che va con lui ma diventeremo autenticamente discepoli che hanno fatto del Maestro la bussola della propria esistenza, proprio come Alessandro che ha offerto anche la sua vita terrena per testimoniare Cristo.