03 gennaio
Leggi le letture di questa domenica
Siamo ancora nella gioia del Natale e la liturgia ci ha proposto ancora il Vangelo del giorno di Natale: il prologo di San Giovanni.
Il legame tra la prima lettura e il Vangelo ci porta a riflettere quest’oggi sul fatto che il Signore ha posto la sua tenda in mezzo a noi, venne ad abitare in mezzo a noi. Sì, quella sapienza divina riferita dal libro del Siracide, quella stessa sapienza a cui il Creatore diede l’ordine di fissare la tenda in Giacobbe e di affondare le radici tra i suoi eletti, eccola trovare concretezza proprio nella venuta in mezzo all’umanità del Figlio di Dio, di Gesù, il messia tanto atteso dal popolo dell’alleanza, dal popolo di Israele.
Questo Figlio venuto nel mondo per rivelarci il volto del Padre. Lui, l’unico ad aver conosciuto il Padre ci è stato inviato proprio per renderci partecipi dell’amore che Dio nutre per l’umanità. Un amore tanto grande da non riuscire a lasciare sola l’umanità, ma ha deciso di renderci partecipi del suo amore inviandoci il Salvatore, il Verbo, che è Dio ed era presso Dio, ma è disceso in mezzo a noi, facendosi uomo in tutto come noi, eccetto il peccato, per aiutarci a ritornare al Padre.
Sì, perché come ci ha rassicurati san Paolo, nella seconda lettura, il Padre ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi per mezzo di Gesù. Il suo essersi fatto uomo come noi ci ha permesso di diventare a nostra volta figli nel Figlio di Dio. È proprio grazie a questo suo disegno d’amore che siamo resi partecipi della sua volontà di salvezza nei confronti dell’intera umanità e che anche noi possiamo chiamare Dio come nostro Padre.
Sentiamoci rivolto in questi primi giorni di questo anno nuovo lo stesso augurio che Paolo rivolge ai cristiani di Efeso: il Padre vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi. Il Signore ci faccia veramente conoscere qual è la speranza alla quale ci ha chiamati, la speranza della nostra salvezza, del nostro essere suoi figli. Illumini gli occhi del nostro cuore all’accoglienza della luce che suo figlio Gesù è venuto a portare alle nostre vite buie e spente. Portiamo nella nostra vita di ogni giorno la vicinanza di questo Dio che ha voluto farsi così prossimo, così vicino all’umanità da entrare a farne parte, non sentiamolo lontano ma sempre vicino a noi alle nostre vite, alle nostre fatiche di ogni giorno.