19 agosto

XX domenica del tempo ordinario

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Se il pane nutre il nostro corpo e, insieme agli altri alimenti e bevande non possiamo farne a meno se vogliamo vivere, crescere ed essere sani, per la nostra anima possiamo dire che funziona un po’ allo stesso modo. Un vecchio modo di dire dei nostri nonni affermava che il sacco vuoto non sta in piedi… quanta saggezza in parole così semplici… prendendo da un’immagine allora assolutamente comune, vi rileggevano la condizione fisica dell’uomo, che proprio come un sacco ha bisogno di essere riempito, di avere nutrimento dentro di sé per stare in piedi, per non essere fiacco, per non correre il rischio di ammalarsi.

Se siamo tutti bravi, ormai, di prenderci cura del nostro corpo ricorrendo agli alimenti più sani, a diete equilibrate, cercando di apportare al nostro organismo quegli elementi nutritivi indispensabili… quanto corriamo il rischio, dall’altra parte, di dimenticarci che anche il nostro spirito ha bisogno di nutrimento, di essere alimentato per non perdere di vigore, di dinamismo, per non vivere una vita spirituale fiacca e spenta.

Gesù in quest’ulteriore approfondimento del suo discorso sul pane di vita, si presenta a noi, proprio come il nutrimento per la vita eterna. Un nutrimento che è puro dono… è lui infatti che ci offre la sua carne e il suo sangue, ci regala la possibilità della vita eterna. Si tratta però di un dinamismo diverso da quello che sperimentiamo biologicamente ogni volta che ci mettiamo a tavola… col il cibo materiale, infatti, ciascuno di noi mangia qualcosa che ha perso la vita, sia esso animale o vegetale, e il nostro corpo fa in modo di assorbire gli elementi indispensabili al mantenimento della nostra vita; per il Signore e il nutrimento della nostra anima, per mezzo dell’Eucarestia, il funzionamento è il contrario: anzitutto non si tratta di qualcosa di morto che noi ingeriamo, bensì di un pane vivo, è Lui vivente che noi riceviamo in quella particola ogni volta che veniamo a Messa, inoltre non siamo noi ad assimilare lui ma è lui a renderci sempre più simili a sé, se con la cena noi trasformiamo la pasta o l’insalata nel nostro corpo, con l’Eucarestia è Gesù a trasformaci nel suo corpo, in parte di Lui. Questo nutrimento ci offre la possibilità della vita eterna perché ci assimila all’autore della vita stessa.

Il Signore ci doni la grazia di avere sempre fame di Lui, di non illuderci che basti avere un corpo sazio per avere una vita sazia, che basti allungare di qualche giorno la nostra esistenza qui grazie ai progressi dell’epoca moderna, per poter dire di aver vissuto in pienezza la nostra esistenza. Lasciamo che lui infonda in noi, con la sua grazia, la vita vera, la vita eterna.