17 giugno

XI domenica del tempo ordinario

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Senza parabole Gesù non parlava alla folla… in questa domenica ci viene presentato proprio questo linguaggio così particolare, potremmo dire che è quasi il linguaggio “proprio” di Gesù, quello nel quale sono espressi probabilmente il maggior numero di eventi, di racconti, di discorsi… il Maestro di Nazareth si serve di immagini tratte dalla vita quotidiana dei suoi connazionali proprio per far sì che il suo annuncio non sia qualcosa di lontano, di posticcio… certamente rimarrà qualcosa di nuovo, di scandaloso perché diverso da quanto veniva annunciato dagli scribi e dai farisei, eppure in qualche modo, questo linguaggio permetteva di sentire un po’ più vicine e accessibili le parole di Gesù, sentire che in qualche modo avevano a che fare con la vita vera di persone vere e non con puri ragionamenti campati nelle nuvole di pure teorie.

Gesù si presenta a noi, proprio così: vuole avere qualcosa da dire alla nostra vita, ci tiene – potremmo dire – ad avere a che fare con il nostro vissuto quotidiano.

Ed ecco che, parlando ad una popolazione di contadini, quale immagine migliore del prodigio di un seme che pian piano si trasforma producendo frutto. Il Regno di Dio è proprio questo, non qualcosa di eclatante, non qualcosa che fa rumore, non qualcosa di improvviso, ma il Regno di Dio è qualcosa che cresce, giorno dopo giorno, proprio come il seme… è difficile osservare e misurare quanto cresce, magari di settimana in settimana ti accorgi… ma se hai fretta sembra che quel seme si fermi… è così… se hai pazienza cresce veloce… guardando i campi da una settimana con l’altra ci accorgiamo di quanto cresce l’erba, il grano ecc. ma se abbiamo fretta e ogni 5 minuti andiamo a controllare… non ci accorgiamo della crescita e sembra che tutto sia fermo.

Anche la nostra fede, anche il Regno di Dio agisce proprio allo stesso modo… se guardo il mio cammino di conversione mi sembra di essere sempre allo stesso punto, di compiere sempre gli stessi errori, magari anche quando vado a confessarmi percepisco una specie di frustrazione perché mi trovo a ripetere sempre gli stessi peccati… eppure se provo a guardare bene, se non guardo a quanto sono cambiato rispetto a ieri o a settimana scorsa, ma se butto lo sguardo un po’ più in là… se onestamente ho lasciato che il Signore agisse all’interno della mia vita, potrò accorgermi che il Regno di Dio veramente è presente… allora sì potrò vedere che magari dei passi concreti li ho compiuti… non aspettiamo che il Regno faccia rumore nella nostra vita, ma apriamo gli occhi e ci accorgeremo che siamo noi quegli uccelli del cielo che hanno trovato già ombra e ristoro fra i suoi rami.