18 febbraio

I domenica di Quaresima

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Seguiamo il Maestro in questa quaresima, per cogliere ogni domenica come essere sempre più suoi discepoli, per scoprire qual atteggiamenti fare nostri per vivere una vita piena. Questa prima domenica lo seguiamo nel deserto, lì dove è stato condotto dallo Spirito e è rimasto per quaranta giorni.

Marco non ci descrive, come gli altri evangelisti le 3 tentazioni, solo ci sottolinea che Gesù è stato tentato da Satana. Credo che questa sottolineatura ci aiuti anzitutto a comprendere la necessità di affrontare le tentazioni e non di scansarle. La tentazione è qualcosa che ha a che fare strettamente con la nostra natura umana e Gesù stesso, che si è fatto uomo come noi, ha avuto le sue tentazioni, non è stato risparmiato; allo stesso modo, anche noi non chiediamo di essere risparmiati dalle tentazioni, ma di starci dentro, affrontarle insieme con lui, perché solo in questo modo la nostra fede si fortifica, diventa veramente una fede adulta, provata nel fuoco proprio come si purificano i metalli. Quante tentazioni ogni giorno ci raggiungono, chiediamo al Signore di sentire la sua vicinanza e la sua forza per riuscire a riconoscerle, affrontarle e vincerle insieme a lui.

Ma il deserto assume in sé oltre alla dimensione della tentazione anche quella dell’essenzialità. Sì questi quaranta giorni vissuti da Gesù nel deserto ci riportano alla necessità di verificare anche nella nostra vita quali sono le cose davvero necessarie, quelle essenziali e quali sono invece quelle superflue, quelle che ci appesantiscono solamente lo zaino del nostro cammino dietro a lui. Se vai nel deserto – ovviamente riportato all’epoca di Gesù e non alle comodità moderne – sei chiamato a selezionare bene cosa portare con te: quanta acqua, quanto cibo leggero ma energetico, quanto bagaglio che sotto il sole cocente potrebbe rallentare il tuo cammino…

Questo vale anche nella nostra vita di fede… dobbiamo vedere quante cose appesantiscono il nostro cammino e in questi 40 giorni, provare anche noi a lasciarle da parte per riuscire ad andare realmente dietro al maestro.

Nel deserto poi, Gesù vive la dimensione dell’interiorità, quella preparazione al suo ministero, all’incontro con le altre persone, la preparazione all’annuncio del Regno di Dio che è vicino. Lo fa in solitudine, insieme con il Padre, sospinto dallo Spirito… anche per ciascuno di noi, questo tempo di deserto ci aiuti a ritagliarci degli spazi di interiorità, spazi di tempo nei quali cercare il Signore e affidare a lui la nostra esistenza, le nostre gioie e le nostre preoccupazioni.

Allora questo tempo sarà tempo fruttuoso, riusciremo anche noi a percepire il nostro bisogno di conversione e di credere al Vangelo.